Haaretz Il BDS è l’unico nostro strumento contro l’occupazione e l’apartheid israeliani
26 settembre, 2017 | Haaretz
Pensare che Israele possa rimediare a un regime coloniale e di apartheid senza un aiuto esterno è un’illusione pericolosa fondata sull’ orgoglio machista israeliano.
Nel
suo articolo su Haaretz, Uri Avnery risponde a quello che ho detto alla
mia festa di compleanno degli 80 anni. “Alcuni dei miei amici pensano
che la lotta sia persa, che non sia più possibile cambiare Israele ‘dal
di dentro’, che solamente una pressione dall’esterno può aiutare e che
la pressione esterna in grado di fare questo è il movimento del
boicottaggio, disinvestimento e sanzioni. Uno di questi amici è la
dottoressa Ruchama Marton”, egli scrive.
Avnery
afferma: “Prima di tutto respingo decisamente l’idea che non c’è nulla
che noi possiamo fare per salvare lo Stato, e che noi dobbiamo confidare
negli stranieri perché facciano il lavoro per noi. Israele è il nostro
Stato. Abbiamo la responsabilità di questo”.
Ecco la mia risposta
Non
ho mai detto in qualunque momento o posto che io, o noi, la sinistra
non sionista definita radicale, vogliamo o ci aspettiamo che qualcuno
nel mondo faccia il nostro lavoro per noi. Non soltanto non è etico, è
anche stupido e non praticatibile. Dalla guerra civile in Spagna, una
guerra che è stata persa, al Sud Africa, una guerra che ha vinto, e a
tutte le altre lotte, i nativi hanno sempre lottato e sono stati uccisi
insieme ai loro sostenitori in giro per il mondo, mai separatamente.
Sotto questo profilo, la sinistra radicale in Israele è in ottima
compagnia. Avnery non ha alcun diritto di dire di me o di noi che
aspettiamo qualcuno da fuori Israele che lotti per noi. Questo è
sicuramente sbagliato.
La
lotta corretta, secondo me, è la lotta anti colonialista e anti
apartheid. Chiunque si illuda di poter vincere questa battaglia senza
l’aiuto esterno cade in un errore, in un’illusione pericolosa fondata
sull’orgoglio machista sionista israeliano. Io e solo io.
Oggi
la questione della pace non è rilevante. È piuttosto un argomento di
convenienza, troppo bello e al momento non praticabile. Schierarsi per
la pace non è una posizione politica ma è un’adesione di facciata.
Avnery conosce qualcuno di destra o di sinistra che si oppone alla pace?
La questione attuale è quella dell’occupazione e dell’apartheid.
La
lotta anti coloniale ha una tradizione rispettabile e quella contro
l’apartheid ha una strategia che ha funzionato. È vero che quelli che
hanno lottato per un cambiamento politico reale e non solo per salvare
il Paese, hanno avuto bisogno di rinunciare ai privilegi a loro
garantiti dal regime di apartheid.
Il
diritto alla politica è il diritto più importante. Senza questo è come
“Lasciate in pace gli animali”. Lottare per un ambulatorio nei territori
occupati è come lottare per una mangiatoia per un cavallo. Il regime
totalitario riduce il cittadino “ad avere diritti”, il diritto al cibo,
alla casa, all’istruzione e alla salute. Quando il diritto alla politica
è negato, la persona è ridotta allo stato di animale. Chiunque non
abbia voglia di combattere per il diritto alla politica, lotta solo per
il proprio corpo. Vale la pena chiedersi – siamo solo l’aspirina
dell’occupante?Un cerotto dell’apartheid?
Voglio
dare ai giovani che desiderano lottare gli strumenti per pensare
criticamente. In altre parole, non stare al gioco del governo e al suo
progetto. Dobbiamo imparare a dire che non accettiamo più le leggi del
governo. Ciò significa assumere dei rischi e rinunciare ai nostri
privilegi, che stanno dentro le regole dettate dal regime. Come ha detto
Ralph Waldo Emerson: “Gli uomini validi non devono obbedire troppo bene
alle leggi.”
Fintantochè
gli ebrei israeliani che non sostengono il BDS pensano che sia
possibile cambiare dall’interno, essi sono come la parabola della lepre
che voleva cambiare dall’interno il leone. Così il leone l’ha mangiata.
La lepre è entrata nel leone ma la sua storia è finita. Oggi cambiare
dall’interno è un’illusione, la sinistra radicale non può pensare e
agire in questo modo.
La
sinistra sionista ha paura del radicalismo perché ha paura di rimanere
sola, senza una tribù. Il problema è che esiste un’altra tribù, una più
grande, e che si trova all’esterno. Per esempio, la tribù internazionale
del BDS in crescita. È il nostro alleato perché non abbiamo alleati
all’interno della nostra tribù nativa. Dobbiamo essere consapevoli che,
dall’interno siamo troppo pochi e troppo deboli. Senza i nostri alleati
di fuori non possiamo fare molto. I traditori di oggi saranno gli eroi
di domani.
Avenery
dice: “Penso che boicottare proprio Israele sia uno sbaglio. Porterebbe
l’intera opinione pubblica israeliana nelle braccia dei coloni, mentre
il nostro compito sarebbe di isolare i coloni nei territori occupati e
di separarli dall’opinione pubblica israeliana. Il nostro compito qui è
di raggruppare, riorganizzare e raddoppiare i nostri sforzi per
sconfiggere l’attuale governo e portare l’area pacifista al potere”
Io
gli rispondo: Stai argomentando in base ad un presupposto senza
fondamento circa il futuro, basato solamente sulla paura di rimanere
solo, perché l’opinione pubblica israeliana nella sua interezza si unirà
ai coloni. La maggior parte lo ha già fatto. Il BDS è l’unica arma
nonviolenta che può indurre la società israeliana ebraica a prendere
consapevolezza del dominio e della sofferenza dell’occupazione quando
venga costretta a pagarne il prezzo.
Se
l’occupazione e l’apartheid portano a una sofferenza economica,
culturale e diplomatica a causa di un boicottaggio internazionale, è
molto probabile che possa avvenire un cambiamento nella visione
israeliana che è basata da un lato sull’enorme beneficio che deriva al
Paese e ai suoi cittadini ebrei dall’occupazione e dalla separazione,
dall’altro sulla vigliaccheria di quella che viene definita la sinistra
israeliana, o campo pacifista.
Dr.Ruchama Marton è la fondatrice e presidentessa di Physicians for Human Rights – Israel [Medici per i Diritti Umani-Israele]. Le sue opinioni non rappresentano quelle dell’associazione.
Questo articolo è stato precedentemente pubblicato sul sito Haokets.
( Traduzione di Carlo Tagliacozzo)
Il BDS è l’unico nostro strumento contro l’occupazione e l’apartheid israeliani
A
renowned Israeli doctor and human rights activist has issued an
impassioned defence of the Palestinian-led Boycott, Divestment and
Sanctions (BDS)…
middleeastmonitor.com|Di Middle East Monitor
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