Shazarahel : La pace è possibile!
La pace è possibile!
di Shazarahel
Da quando vivo qui in Israele ho subìto diverse guerre, non
ricordo neppure più quante, tanto che dentro la mia mente le
confondo perché si assomigliano tutte. Tuttavia l'ultima guerra,
Tzuk Eitan, è stata particolarmente cruenta ed estenuante. Tanto
che ho preso la risoluta decisione di non voler fare mai più una
simile esperienza in vita mia e mi sono fermamente ripromessa
che questa per me sarebbe stata l'ultima guerra. Si può passare
per pazzi nell'affermare una cosa del genere nel contesto di un
sanguinoso e prolungato conflitto come quello
israelo-palestinese. Eppure, con mia grande sorpresa e gioia,
poco tempo dopo la guerra ho avuto modo di prender coscienza che
non ero l'unica donna israeliana ad aver nutrito questi
pensieri. Ascoltando le testimonianze di diverse donne del
movimento Women Wage Peace mi sono presto resa conto che eravamo
in moltissime, mogli e madri, ad aver deciso fermamente nel
proprio cuore e nella propria mente: “questa è l'ultima guerra”.
E sono sentimenti che uniscono donne di ogni tendenza politica,
donne ebree ed arabe, israeliane e palestinesi, donne laiche e
donne religiose, donne di sinistra, di centro e di destra, e
donne che, come me, semplicemente non credono nella politica.
Questo movimento è nato così, spontaneamente: donne che avevano
deciso che questa sarebbe stata l'ultima guerra e che non sono
più disposte a sacrificare la vita dei propri figli, dei propri
mariti e dei propri cari alla causa della guerra continua si
sono incontrate ed hanno deciso di unire i propri sforzi in
quella che potrebbe sembrare un'utopia: fare pressione sul
governo israeliano affinché accetti di sedersi nuovamente al
tavolo dei negoziati con le autorità palestinesi. Il movimento
non propone dei parametri specifici sul tipo di accordo da
raggiungere, ciò che conta è che un accordo di pace venga
firmato ed attuato.
"La pace è possibile! Ci è proibito rinunciare! Non ci fermeremo
fino al raggiungimento di un accordo politico!" questi sono solo
alcuni degli slogan del movimento.
Il movimento WWP è attivo da ben tre anni ed ha organizzato
manifestazioni in tutto il Paese. Durante il periodo dei 50
giorni in cui si commemora la guerra Tzuk Eitan, le donne del
movimento si sono alternate in un digiuno continuato giorno e
notte davanti alla Knesset per intercedere presso il Primo
Ministro Netanyahu affinché accetti di riprendere i negoziati di
pace con i leader palestinesi.
In soli tre anni questo movimento si è diffuso a macchia d'olio
e ha coinvolto decine di migliaia di donne in tutto il Paese.
Oggi costituisce il più grande movimento per la Pace in Israele.
Migliaia di ore di volontariato sono state consacrate per
evitare una prossima guerra.
La motivazione delle donne impiegate in questa lotta si è
maggiormente intensificata con l'apertura ufficiale del rapporto
del Controllore di Stato sulla guerra del 2014 Tzuk Eitan che ha
vergognosamente rivelato come le proposte politiche di gestione
del conflitto non siano state prese in considerazione da parte
del governo e mostrato chiaramente che quella sanguinosa guerra
durata 50 giorni avrebbe potuto essere evitata. E tante vite
risparmiate.
Il 12 giugno a Gerusalemme, Sharon Katz ha presentato dinanzi ad
una delegazione di donne del movimento WWP il suo documentario
“When Voices Meet” che narra le incredibili vicende legate a
“The Peace Train”, il Treno della Pace, che ha contribuito a
porre fine all'apartheid in Sudafrica. Sharon Katz, musicista
ebrea sudafricana, ha utilizzato la musica per rompere le
barriere razziali artificialmente imposte dal regime e ha
raccolto intorno a sé un coro di 500 bambini di ogni etnia e
lingua che nel 1993 ha portato in tournée per tutto il paese.
Pochi mesi dopo questa azione “dal basso”, Nelson Mandela è
diventato il primo presidente democraticamente eletto in
Sudafrica. Una donna sola ha scosso un intero sistema. In quella
occasione ho avuto il grande onore di parlarle privatamente. Ha
detto a noi donne israeliane che la lotta efficace può e deve
essere fatta dal basso: se cambia la mentalità delle persone,
l'ideologia politica non può più avere presa sulle coscienze. Se
si abbattono i muri mentali che creano diffidenza, intolleranza
e pregiudizi fra la gente, i politici non potranno più fare leva
sull'odio e sulla paura.
Il 27 luglio scorso a Gerusalemme di fronte ad Har
haBayt/Al-Aqsa centinaia di donne ebree, musulmane e cristiane
si sono riunite per manifestare contro la violenza e l'inutile
spargimento di sangue, e per pregare insieme per la pace. Dopo
aver sentito gli spari degli scontri sulla spianata, i canti
delle donne si sono mescolati alle voci dei muezzin in
sottofondo. Proprio mentre si consumavano sul monte di fronte a
noi momenti drammatici di scontri fra fedeli musulmani e forze
dell’ordine, a motivo della protesta contro le misure di
sicurezza adottate dal governo israeliano per l’ingresso alla
Moschea di Al-Aqsa, noi donne ebree e musulmane, con le lacrime
agli occhi, ci abbracciavamo e stringevamo per mano, nella
comune speranza di costruire un avvenire migliore per i nostri
figli. E così è per tutti gli incontri.
La cosa più incredibile è che questo movimento, malgrado parli
di pace (una parola tabù in Israele, quasi una parolaccia),
suscita grande simpatia in tutti gli ambiti della variopinta
società israeliana e risulta incredibilmente gradito ad ogni
corrente politica. Moltissime autorità governative e politici di
ogni orientamento, ebrei ed arabi, sostengono il movimento:
Ajman Aodi (Lista Araba Unitaria), Avi Gabbay e Zipi Livni,
(Avodà, Laburisti), Yehuda Glick (Likud), il Ministro della
Sicurezza Gilad Erdan, e molti altri.
Nel mese di agosto scorso, il Prof. Foad Aodi, ortopedico
fisiatra di origine palestinese, focal point per l'integrazione
in Italia per l'Alleanza delle civiltà dellUNAOC, (organismo
dell'ONU) e fondatore delle Comunità del Mondo Arabo in Italia
(Co-Mai), dell'Associazione Medici di Origine Straniera in
Italia (AMSI), del Movimento internazionale Uniti per Unire e
della Confederazione Internazionale Laica Interreligiosa
CILI-Italia, ha incontrato a Gerusalemme alcune rappresentanti
del movimento Women Wage Peace e ha aperto presso il Comune di
Taiba il Convegno dedicato alla pace e al Dialogo, stabilendo
così una collaborazione fra le sue associazioni e il movimento
WWP, in parallelo con le attività svolte in Italia dal 1 all'11
settembre nelle #FestedelDialogo da lui organizzate e promosse.
A partire dal 24 settembre 2017, con l'inizio del nuovo
anno ebraico, è iniziata una grande marcia della pace partita
dai quattro angoli d'Israele per confluire in Gerusalemme a
Sukkot.
Gli eventi si sono svolti ai quattro angoli del paese:
SUD
La cerimonia d'inaugurazione della Strada della Pace si è svolta
all'inizio del nuovo anno ebraico, il 24 settembre a
Sderot la mattina e la sera presso il Kibbutz Tzeelim.
La rotta meridionale degli eventi è passata attraverso Sderot,
Kissoufim, Zeelim, Yerouham, Rahat, Beer Sheva, Arad, Gush
Etzion (vicino Eli) e altre località. L'evento principale di
questa rotta del Sud si è svolto a Dimona il 26 settembre.
NORD
La rotta settentrionale del percorso è passata attraverso Hatzor,
Tiberias, Fureidis e altre località. L'evento principale della
rotta settentrionale del percorso si è svolto a Nazaret il 3
ottobre.
OVEST
La rotta occidentale de cammino è arrivata il 6 ottobre a
Jaffa dove una sfilata e una riunione si è svolta sotto la
direzione del gruppo delle giovani donne di WWP.
EST
La giornata dell'8 ottobre è stata il coronamento della
Strada della Pace.
La mattina c’è stato un grande raduno presso il villaggio della
Pace costruito nella pianura accanto al Mar Morto, dentro la
tenda di Agar e Sarah, in cui migliaia di donne ebree e
palestinesi si sono incontrate per discutere, danzare e pregare
insieme. Sono stati organizzati gruppi di discussione, mostre
artistiche e eventi musicali con la partecipazione di artisti di
ogni provenienza.
È stato lanciato un solenne appello a tutti i governanti
affinché avviino negoziati per un accordo politico.
Nel pomeriggio a Gerusalemme sono giunte decine di migliaia di
donne in marcia che hanno proclamato:
"Sì, è possibile! Non ci fermeremo fino a quando otterremo un
accordo di pace!"
Grande attesa per l'intervento di
Adina Bar Shalom, la figlia di Rav Ovadia Yossef Z"L che ha
accolto le donne del movimento la sera dell'8 ottobre a
Gerusalemme.
Il 9 e 10 ottobre, è stata costruita a Gerusalemme
una grande "Capanna della Pace" (Sukkàt Shalom) dentro cui si
svolgeranno incontri e gruppi di studio.
Verrà inaugurato un parlamento femminile (Knesset) che
accompagnerà più tardi alcune delle azioni del movimento WWP
alla Knesset.
Tutta la Strada della Pace è stata accompagnata da un Manifesto
congiunto per israeliani e palestinesi che è stato co-firmato da
numerose donne durante tutto il tragitto. Questo Manifesto sarà
presentato alla Knesset alla all'apertura della Sessione
Invernale.
Recentemente migliaia di donne hanno marciato per le strade di
Cordoba in segno di solidarietà alle donne israeliane e
palestinesi. Ci auguriamo di riuscire ad organizzare presto
anche nella bellissima Italia un grande raduno di massa in nome
della Pace.
Shazarahel
Shazarahel è un'artista e scrittrice italo-israeliana,
fondatrice del QK Project, Redattrice della rivista
Madaat, referente per la stampa e i media in Italia del
Movimento Women Wage Peace, Vice Presidente della Confederazione
Internazionale Laica Interreligiosa CILI, Coordinatrice del
Dipartimento Donne del Dialogo di Uniti per Unire,
promotrice di Pace collabora in Israele con diverse realtà
locali che lavorano per il dialogo fra ebrei ed arabi. Il 18, il
19 e il 22 ottobre è stata organizzata a Torino la presentazione
dei suoi nuovi due libri,
Le tre Religioni Monoteiste secondo la Kabbalàh e
Kabbalàh per vegetariani e carnivori (con prima traduzione
storica del libro di Rav Kook Visione del Vegetarianesimo e
della Pace, Ed. Psiche2).
Il 21 ottobre ha presentato ufficialmente il movimento Women
Wage Peace presso la comunità ebraica di Torino.
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