Visualizzare l'occupazione : Rapporto OCHA del periodo 26 settembre – 9 ottobre 2017 (due settimane)
Il
26 settembre, ad un cancello della Barriera vicino all’insediamento di
Har Hadar (nel governatorato di Gerusalemme), un 37enne palestinese ha
sparato e ucciso tre israeliani: due guardie di sicurezza e un
poliziotto di frontiera, ed ha ferito un altro poliziotto di frontiera.
L’aggressore è stato colpito e ucciso sul posto ed il corpo è trattenuto
dalle autorità israeliane.
Il
Coordinatore Speciale dell’ONU per il Processo di Pace in Medio Oriente,
Nickolay Mladenov, ha fortemente condannato l’attacco. L’episodio di
cui sopra fa salire a 14 il numero di israeliani (di cui nove membri
delle forze di sicurezza) uccisi da palestinesi dall’inizio del 2017,
mentre sale a 23 il numero di palestinesi (di cui sei minori) autori e/o
sospetti autori di attacchi, uccisi nello stesso periodo.
Dopo l’attacco, le
forze israeliane hanno chiuso i due ingressi principali del villaggio
di Beit Surik (governatorato di Gerusalemme), dove viveva l’aggressore
e, per un periodo di tre giorni, hanno limitato l’accesso alla strada
principale che collega al resto della Cirgiordania questo ed altri otto
villaggi circondati dalla Barriera. Come conseguenza, l’accesso ai
servizi e ai mezzi di sussistenza delle circa 35.000 persone residenti
in questi villaggi è stato gravemente compromesso. Le forze israeliane
hanno anche individuato e messo sotto sorveglianza la casa della
famiglia dell’aggressore.
Il 4
ottobre, nella città di Kafr Qasim in Israele, è stato trovato il corpo
di un colono israeliano 70enne con ferite da coltello. Secondo media
israeliani, fonti di sicurezza israeliane hanno indicato che l’uomo è
stato ucciso da palestinesi per “ragioni nazionaliste”. Due palestinesi
del villaggio di Qabatiya (Jenin), sospettati dalle autorità israeliane
dell’uccisione, sono stati arrestati dalle forze israeliane.
62 palestinesi, tra cui 23 minori e due donne, sono stati feriti nei territori palestinesi occupati [Cisgiordania e Striscia di Gaza] in scontri con le forze israeliane.
Sei dei ferimenti sono avvenuti nella Striscia di Gaza, durante le
proteste in prossimità della recinzione perimetrale, ed i restanti in
Cisgiordania. La maggior parte delle lesioni (42) sono state registrate
durante nove operazioni di ricerca e arresto in Biddu, Beit Surik,
Silwan, Campo profughi di Shu’fat (governatorato di Gerusalemme) e nel
Campo profughi di Jalazun ed in Al Bireh a Ramallah. Altri scontri che
hanno causato lesioni si sono verificati durante le manifestazioni
settimanali a Kafr Qaddum (Qalqiliya), An Nabi Saleh e Ni’lin (entrambi a
Ramallah); all’entrata di Beit ‘Ummar e nel Campo profughi di Al’ Arrub
(entrambi a Hebron); ed a seguito dell’ingresso di coloni israeliani in
un sito religioso vicino a Gerico.
Nel
complesso, le forze israeliane hanno condotto 121 operazioni di
ricerca-arresto in Cisgiordania ed hanno arrestato 205 palestinesi, di
cui nove minori. Il numero più alto di operazioni (36) è stato
effettuato nel governatorato di Hebron, mentre il maggior numero di
arresti (53) è stato compiuto nel governatorato di Gerusalemme. Ancora
in Cisgiordania, durante il periodo di riferimento [due settimane], le forze israeliane hanno allestito almeno 156 chekpoint “volanti”, più del doppio della media dall’inizio dell’anno.
A motivo
delle feste ebraiche, per dieci giorni durante il periodo di
riferimento, le autorità israeliane hanno imposto una chiusura generale
nella Cisgiordania. A tutti i titolari di documenti di identità
della Cisgiordania, inclusi i lavoratori ed i commercianti con permessi
validi, è stato impedito di entrare in Gerusalemme Est ed in Israele
attraverso tutti i punti di controllo, ad eccezione dei casi medici
urgenti, degli studenti e dei dipendenti palestinesi delle ONG
internazionali e delle agenzie delle Nazioni Unite.
Nella
Striscia di Gaza, in almeno dieci episodi, le forze israeliane hanno
aperto il fuoco di avvertimento verso civili palestinesi presenti in
Aree ad Accesso Riservato, in terra e in mare; non ci sono stati feriti.
Inoltre, in un caso, le forze israeliane sono entrate nella Striscia,
ad est di Deir El-Balah, nella zona centrale, ed hanno svolto operazioni
di spianatura e di scavo in prossimità della recinzione perimetrale.
Le
autorità israeliane, citando la mancanza di permessi di costruzione,
hanno demolito tre strutture ed hanno sequestrato materiali e
attrezzature in varie comunità in Area C, con ciò colpendo i mezzi di
sussistenza di più di 800 palestinesi. Faceva parte delle strutture
prese di mira un tratto di strada agricola, finanziata da un donatore,
la quale consentiva l’accesso ai terreni agli agricoltori di tre
comunità nella valle del Giordano settentrionale; durante questa
operazione, è stata danneggiata parte di una rete di irrigazione,
finanziata da donatori, che forniva acqua alla stessa area. In altri due
episodi, le forze israeliane hanno sequestrato fogli di lamiera zincata
da utilizzare nella costruzione di una struttura residenziale nella
Comunità pastorale di Mak-hul, nella valle del Giordano settentrionale e
una serie di materiali e attrezzature utilizzati per la costruzione di
una scuola nella Comunità beduina di Abu Nuwar, nel governatorato di
Gerusalemme.
Quattro
comunità di pastorizia nella valle del Giordano settentrionale (Mak-hul,
Humsa-Al Bqai’a, Al Farisiya – Ihmayyer e Al Farisiya – Nabe ‘Al
Ghazal) sono diventate ad alto rischio di sfollamento a seguito di
sentenze dell’Alta Corte di Giustizia israeliana, emesse all’inizio di
ottobre 2017, che hanno annullato la sospensione degli ordini di
demolizione in queste Comunità. Si stima che più di 200 strutture in
queste Comunità possano, da ora, essere demolite in qualsiasi momento,
con ciò ponendo circa 170 persone, di cui 90 minori, a rischio di
sfollamento.
In tre diverse azioni di coloni israeliani, due palestinesi sono stati feriti e sono stati segnalati danni materiali.
Nei pressi di Qabalan (Nablus), coloni israeliani hanno fisicamente
assalito e ferito un palestinese, membro delle forze di sicurezza
palestinesi; un altro uomo, una donna e una ragazza sono stati feriti in
un episodio di lancio di pietre al raccordo stradale di Beit ‘Einoun
(Hebron). Secondo fonti locali palestinesi, la raccolta di 70 ulivi è
stata rubata, da coloni israeliani a quanto riferito, in una zona vicino
a Kafr Qaddum (Qalqiliya) cui i palestinesi possono accedere solo
previo coordinamento con l’autorità israeliana.
Durante il periodo di riferimento, il valico di Rafah, controllato dall’Egitto, è rimasto chiuso in entrambe le direzioni.
Nel corso del 2017 il valico è stato parzialmente aperto per soli 29
giorni. Secondo le autorità palestinesi di Gaza, oltre 20.000 persone,
tra cui casi umanitari, sono registrate ed in attesa di attraversare.
nota 1:
I
Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati ogni due settimane in lingua
inglese, araba ed ebraica; contengono informa-zioni, corredate di dati
statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei
civili nei territori palestinesi occupati.
sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: https://www.ochaopt.org/reports/protection-of-civilians
L’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, traduce in italiano (vedi di seguito) l’edizione inglese dei Rapporti.
la versione in italiano è scaricabile dal sito Web della Associazione per la pace – gruppo di Rivoli, alla pagina:
nota 2: Nella versione italiana non sono riprodotti i dati statistici ed i grafici. Le scritte [in corsivo tra parentesi quadre]
sono talvolta aggiunte dai traduttori per meglio esplicitare situazioni e contesti che gli estensori dei Rapporti
a volte sottintendono, considerandoli già noti ai lettori abituali.
nota 3: In caso di discrepanze (tra il testo dei Report e la traduzione italiana), fa testo il Report originale in lingua inglese.
Rapporto OCHA del periodo 26 settembre – 9 ottobre 2017 (due settimane) TOPICS:arrestiattacco…
zeitun.info
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