*Nota
redazionale: riteniamo interessante per il lettore tradurre questo
breve articolo sulla situazione idrica in Israele, nonostante non
riguardi direttamente i palestinesi, se non quelli con nazionalità
israeliana. Infatti questa scarsità di risorse idriche mette in luce lo
sfruttamento indiscriminato del territorio da parte di un sistema
economico, principalmente agricolo, che ha utilizzato le risorse idriche
per sviluppare una produzione per il mercato con un fortissimo impatto
ambientale. Questa situazione smaschera anche la presunta capacità del
sistema israeliano di utilizzare al meglio l’acqua a disposizione e la
pretesa di Israele di essere un modello da questo punto di vista. Ma
soprattutto preannuncia ulteriori problemi per i palestinesi della
Cisgiordania e di Gaza. I primi sono già stati vittime per due estati di
seguito dell’appropriazione delle acque dei territori occupati da parte
dei coloni e dello Stato di Israele, di cui abbiamo dato conto in
alcuni articoli che si possono trovare sul sito. Rischiano quindi di
vedersi privare ulteriormente delle proprie stesse risorse idriche a
favore dei coloni e dei cittadini israeliani. Quelli di Gaza, in cui più
del 90% dell’acqua non risponde ai criteri di potabilità stabiliti
dall’OMS, importano da Israele una parte del proprio fabbisogno idrico,
che rischia di venire decurtato per soddisfare le necessità della
popolazione israeliana.
Mentre
gli impianti di desalinizzazione forniscono due terzi dell’uso
domestico di acqua, le sorgenti di acqua naturale sono essenziali per
coprire le altre necessità. Proposti gravi tagli.
L’autorità
per le acque sta proponendo i tagli più drastici all’uso dell’acqua
dell’ultimo decennio, perché alla fine di settembre solo una delle tre
principali sorgenti di acqua naturale di Israele era ancora
utilizzabile. Le altre due erano al di sotto della linea rossa, il che
significa che il pompaggio deve finire.
La decisione è stata anche motivata dalle previsioni di piogge al di sotto della media nel prossimo anno.
Sia il lago Kinneret che
l’acquifero montano occidentale erano al di sotto della linea rossa a
settembre, che è considerato la fine dell’anno idrologico. L’acquifero
costiero era ancora utilizzabile, ma anche questo ha solo una piccola
quantità d’acqua da sfruttare, che si trova nella sua parte meridionale.
Quando
una sorgente d’acqua scende al di sotto della linea rossa, la qualità
dell’acqua viene danneggiata perché l’acqua salmastra si può infiltrare
dal mare o da acquiferi circostanti.
Secondo
il rapporto annuale emesso dal servizio idrologico statale, nel
complesso le fonti di acqua naturale di Israele sono sotto di un milione
di metri cubici rispetto ai livelli ottimali, cioè il livello al quale
la qualità dell’acqua è maggiormente garantita. Il lago Kinneret è sceso
al di sotto della linea rossa mesi fa.
L’acquifero
costiero è 618 milioni di metri cubi al di sopra della linea rossa, ma
di questi solo 63 milioni di metri cubi nella parte meridionale sono
attualmente utilizzabili, perché il resto è già stato contaminato.
Questa quantità è circa la metà della produzione annuale di un impianto
di desalinizzazione e meno di un decimo del consumo domestico annuale di
Israele.
Benché in teoria se ne potrebbe pompare ancora dall’acquifero, ciò danneggerebbe ulteriormente la qualità dell’acqua.
Normalmente
gli impianti di desalinizzazione riforniscono due terzi dell’uso
domestico di acqua. Ma, poiché le sorgenti di acqua naturale sono
essenziali per coprire il resto dei consumi, l’autorità per l’acqua è
molto preoccupata per la sua riduzione. Questa preoccupazione è
aggravata da previsioni di piogge inferiori alla media nel prossimo
inverno, forse anche in modo significativo inferiori alla media.
La
scorsa settimana il comitato esecutivo dell’autorità per le acque si è
riunito per redigere raccomandazioni sull’uso dell’acqua per il prossimo
anno. Le sue decisioni, che verranno inviate per l’approvazione al
consiglio direttivo statale, sono di ridurre drasticamente di 130
milioni di metri cubi le destinazioni di acqua dello scorso anno.
Di
questi, 80 milioni di metri cubi saranno sottratti ai coltivatori, il
che rappresenta una riduzione di decine di punti percentuali. Il resto
dovrebbe venire dall’irrigazione comunale di parchi e giardini.
I
coltivatori sono furiosi per la proposta. L’associazione di produttori
di frutta israeliani, per esempio, ha affermato che il taglio
obbligherebbe li a sradicare i loro frutteti.
Ma
gli esperti hanno detto al comitato esecutivo che il pompaggio dal lago
Kinneret dovrà essere quasi del tutto interrotto – ed anche così si
prevede che il lago scenda al suo livello più basso della storia. Hanno
anche detto che la maggioranza delle trivellazioni nella Galilea
occidentale dovrebbero essere interrotte se si devono evitare danni alle
sorgenti di acqua naturale.
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