Umberto De Giovannangeli Trump sfratta i palestinesi
Trump sfratta i palestinesi - Huffington Post
Donald Trump dà lo sfratto ai Palestinesi. In attesa di realizzare la promessa più volte reiterata in campa presidenziale, trasferire l'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme, l'inquilino della Casa Bianca lancia un ultimatum all'Olp (l'Organizzazione per la liberazione della Palestina): o rinunciate a portare Israele davanti alla Corte di giustizia internazionale de l'Aja, altrimenti le vostre sedi negli Stati Uniti saranno chiuse e i vostri rappresentanti "diplomatici" considerate persone non gradite. Mai, in precedenza, un presidente americano, sia esso Repubblicano o Democratico, era arrivato a tanto.
La memoria torna al maggio scorso, e allo storico incontro a Betlemme tra Trump e Abu Mazen. In quell'occasione, Abu aveva confermato l'intenzione della Palestina di rimanere fedele alla "soluzione dei due Stati" per la pace in Medio Oriente: "Ribadisco una volta di più la nostra posizione, quella dei due Stati secondo le frontiere del 1967. Uno Stato palestinese con capitale a Gerusalemme est, che viva a fianco di Israele nella pace e nella sicurezza. Siamo in favore della costruzione di ponti, non di muri". Nessun esplicito riferimento alla soluzione dei due Stati è arrivata invece da Trump: "La pace è una scelta che dobbiamo fare ogni giorno, e gli Stati Uniti sono lì per contribuire a rendere questo sogno possibile". Secondo l'inquilino della Casa Bianca "la pace non può mai radicarsi in un ambiente in cui la violenza è tollerata, finanziata e ricompensata". Passano pochi mesi, è l'Amministrazione Trump boccia l'accordo di riconciliazione nazionale siglato, al Cairo, da Fatah e Hamas. Il 19 ottobre, Jason Greenblatt, l'inviato per la pace in Medio Oriente di Trump, dichiara: "Gli Stati Uniti ribadiscono l'importanza dell'adesione ai principi del Quartetto: qualsiasi governo palestinese deve impegnarsi in modo non ambiguo e esplicito nella nonviolenza, a riconoscere lo Stato di Israele, ad accettare accordi e obblighi precedenti tra le parti, incluso il disarmo dei terroristi, e impegnarsi in negoziati pacifici". Per Abu Mazen, impegnato a riportare Gaza sotto il controllo dell'Autorità palestinese, la presa di posizione dell'inviato Usa appare, soprattutto per il momento scelto, un'opera di sabotaggio dell'intesa faticosamente raggiunta grazie soprattutto all'impegno del presidente egiziano al-Sisi e ai finanziamenti promessi, per la ricostruzione della Striscia, da Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Ora, lo sfratto da Washington. Chiosa Hanan Ashrawi: "In questa situazione sarebbe importante una presa di posizione dell'Europa". Ma esiste, politicamente parlando, una Europa in Medio Oriente?
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