Gerusalemme, l’Onu vota contro lo strappo di Trump
La risoluzione è passata con 128 voti a favore, 9 contro e 25 astensioni
lastampa.it
Con una nettissima maggioranza l’Assemblea Generale Onu ha votato
contro lo strappo voluto dal presidente Usa Donald Trump, che il 6
dicembre ha riconosciuto Gerusalemme capitale «una ed indivisibile» di
Israele.
Contro la risoluzione Usa - che hanno esplicitamente minacciato di
rappresaglia i Paesi che si sarebbero espressi contro di loro - si sono
espressi in 128, tra cui l’Italia, mentre in 9 hanno votato a favore e
35 si sono astenuti. Il voto dell’Assemblea Generale, a differenza di
quelli del Consiglio di Sicurezza non è in alcun modo vincolante ma ha
una forte impatto politico.
I nove Paesi schierati con Trump sui Gerusalemme capitale dello Stato
“ebraico” all’Assemblea Onu sono: Guatemala, Honduras, Isole Marshall,
Micronesia, Nauru, Palau, Togo e ovviamente Israele e Stati Uniti.
Contro tutti i principali Paesi Ue, a partire da Italia, Francia, Gran
Bretagna, Germania e Spagna. Tra i 35 astenuti: Australia, Canada,
Argentina, Polonia, Romania, Filippine e Colombia.
Abbas: è una vittoria per la Palestina
Il voto all’Assemblea generale delle Nazioni unite «è una vittoria
per la Palestina - ha detto un portavoce del presidente palestinese,
Mahmoud Abbas -. Continueremo il nostro sforzo alle Nazioni unite e in
tutti i forum internazionali per mettere fine a quest’occupazione e per
creare il nostro Stato palestinese con Gerusalemme est come sua
capitale».
Il sindaco di Betlemme: grazie Italia
Anton Salman, il sindaco cristiano di Betlemme, ringrazia l’Italia
per il voto all’Assemblea generale dell’Onu che ha bocciato la decisione
del presidente Usa Donald Trump di riconoscere Gerusalemme quale
capitale di Israele. «Il mio cuore è pieno di gioia e di speranza» per
il voto all’Onu, ha detto Salman, che ha voluto «ringraziare l’Italia e
tutti i paesi che hanno votato per lo stato della Palestina e la causa
della pace».
La decisione del presidente Trump, ha detto Salman intervenendo alla
Farnesina alla conferenza internazionale sugli 800 anni di presenza
francescana in Tessa Santa, è stata una «nuova aggressione contro i
palestinesi», che contraddice il ruolo di mediatori degli Usa nella regione.á
Gerusalemme, ha detto ancora Salman, «è fondamentale per il processo di
pace in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente ed è la chiave per la
pace». La pace, ha aggiunto, non può essere ottenuta con «l’imposizione
di una parte» sull’altra.
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