Gideon Levy : Dissidenti in Iran e in Palestina: trova le differenze



Tradotto da  Alba Canelli

Dissidenti in Iran e in Palestina: trova le differenze - Gideon Levy جدعون ليفي גדעון לוי
Perché i palestinesi che partecipano a proteste settimanali lungo la barriera di confine sono ...



Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome. I palestinesi e la manciata di israeliani che combattono l'occupazione sono dissidenti. Così dovrebbero essere chiamati. Sono dissidenti che si oppongono al regime. Sono dissidenti come chiunque si oppone a qualsiasi regime tirannico e meritano tanto rispetto e apprezzamento quanto ne abbiamo dato ai dissenzienti nel corso della storia, da Nelson Mandela ad Andrei Sakharov, da Lech Walesa a Natan Sharansky.
Il regime che stanno combattendo e di cui sperano nella rovina, non è meno crudele dei tiranni contro i quali i più famosi dissidenti nella storia hanno combattuto. Questo regime non ha alcun collegamento con la democrazia di cui Israele è così orgoglioso e che il mondo applaude. Come possiamo chiamarla democrazia se sta accadendo nel suo stesso cortile?
 
Khalida Jarrar è una dissidente e la risposta del regime dimostra semplicemente che stiamo parlando di una dittatura sfrenata. Lei è un membro del Parlamento palestinese di 54 anni, una madre di due figlie, una legislatrice che è stata scelta in un'elezione democratica, e viene inviata ripetutamente in prigione, generalmente senza processo. Jarrar non ha mai fatto male ad una mosca. E' un'attivista politica. Lo sanno gli agenti delle tenebre che sono responsabili della sua incarcerazione. Ma Jarrar è una dissidente determinata, quindi il suo posto è in prigione, con o (di solito) senza processo.
 
Questo è il modo in cui le dittature combattono per la loro sopravvivenza. Che si tratti della Russia di Putin, della Turchia di Erdogan, dell'Iran, della Cina o della Corea del Nord, i dissidenti vengono messi in prigione. L'imprigionamento di Jarrar mette Israele sullo stesso piano di questi paesi e lo dipinge in una luce diversa dalla sua immagine di sé, "l'unica democrazia bla, bla, bla". Non c'è democrazia che metta in prigione i legislatori per le loro attività politiche e imprigiona centinaia di persone senza processo. Un regime che incarcera i legislatori senza processo è un regime dittatoriale. Il fatto che la maggior parte dei media israeliani non abbia nemmeno riferito che la detenzione di Jarrar è stata prorogata per sei mesi non diminuisce la gravità dell'atto. Al contrario, dimostra che anche i media fanno parte del regime. Sakharov non è mai stato coperto dai media sovietici.
 
Un regime che spara ai manifestanti è chiaramente antidemocratico. Chi ha sparato su più manifestanti di Israele negli ultimi 50 anni? Nella Rothschild Boulevard (strada di Tel Aviv, N.d.T.) sono consentite dimostrazioni, a Wadi Ara (*), hanno già sparato sui manifestanti e a Nabi Saleh (**), vengono fucilate in ogni momento. Ci sono morti e feriti, compresi i bambini, proprio come in Iran. E come in Iran, i rapporti sulle proteste nei territori da parte della stampa libera e dinamica di Israele sono distorti e propagandistici. "Tumulti". "Rivolte". Non una parola sugli obiettivi o sul contesto. Non una parola sul barbaro sparo di un cecchino delle Forze di Difesa di Israele su un uomo senza gambe su una sedia a rotelle che ha alzato la bandiera del suo popolo di fronte al recinto che li confina. Non una parola sulla detenzione di Jarrar.
 
Era la quintessenza della chutzpah: "I coraggiosi iraniani affollano le strade. Cercano la libertà. Cercano giustizia. Cercano le libertà fondamentali che sono state loro negate per decenni". È così che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha reagito alle proteste in Iran. Come ha fatto la sua voce a non tremare quando ha detto ciò? Come ha fatto la sua mano a non tremare quando ha scritto quello? Qual è la differenza tra Teheran e Nabi Saleh? Qual è la differenza tra un dissidente iraniano e Khalida Jarrar?
 
Che qualcuno ci spieghi, dannazione. Perché i palestinesi che partecipano a proteste settimanali lungo la barriera di confine sono meno coraggiosi dei manifestanti iraniani? Hanno meno giustificazioni? E quelli che sparano loro meno crudeli e più democratici? Dopotutto, in entrambi i luoghi, la lotta riguarda gli stessi valori che Netanyahu ha correttamente descritto come "le libertà fondamentali che sono state loro negate per decenni". Chi è stato privato dei suoi diritti più dei palestinesi?
 
Gli iraniani e i palestinesi vogliono la libertà. È così semplice, sono così simili. Le forze di sicurezza iraniane e le forze di sicurezza israeliane sparano o imprigionano. È così semplice, sono così simili. È così che ogni regime tirannico si occupa dei suoi dissidenti.

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