Israele: indagini segrete per scoprire se i familiari di Ahed Tamimi siano attori “di pelle chiara” senza vincoli di parentela.

ELENA BELLINI·MERCOLEDÌ 24 GENNAIO 2018 



Il viceministro Michael Oren dice che l’indagine non è mai giunta a una conclusione definitiva, ma parla della famiglia come di “attori” e “ciò che è noto come Pallywood” Yotam Berger e Jonathan Lis – Haaretz, 24 gennaio 2018 Traduzione di Elena Bellini La famiglia Tamimi, la cui figlia adolescente detenuta Ahed è diventata una celebrità della causa palestinese, è stata oggetto, due anni fa, di un’indagine segreta per verificare, tra le altre cose, se sia “una vera famiglia”, ha dichiarato martedì Michael Oren, viceministro israeliano ed ex ambasciatore negli Stati Uniti. Secondo un comunicato diffuso dall’ufficio di Oren, l’indagine, realizzata da una sottocommissione della Knesset, “non ha portato a conclusioni certe” ed è stata dettata dal sospetto che la famiglia del villaggio cisgiordano di Nabi Saleh “non sia autentica, e sia stata messa insieme appositamente a scopo di propaganda” dai palestinesi. In seguito alla denuncia di Haaretz, i parlamentari arabi hanno chiesto che vengano resi pubblici i verbali. Ahed Tamimi, 16 anni, è stata arrestata il mese scorso insieme a sua madre e a sua cugina e accusata di aggressione ai soldati in seguito a un episodio in cui lei e sua cugina hanno ripetutamente schiaffeggiato i soldati mentre la madre filmava la scena. Il video ha indignato molti israeliani, portando al suo arresto, ma è stato visto anche come simbolo di speranza e resistenza dai palestinesi. Mentre la ragazza resta in custodia in attesa del processo, la sua causa è stata assunta da gruppi internazionali per i diritti e attivisti pro-palestinesi, che ne reclamano la liberazione. Secondo il comunicato, Oren, oggi viceministro responsabile per la diplomazia presso l’Ufficio del Primo Ministro, era a capo della “sottocommissione segreta” della Commissione della Knesset per gli Affari Esteri e la Difesa che, due anni fa, ha svolto l’indagine sui Tamimi. La sottocommissione ha sentito le testimonianze dello Shin Bet (agenzia di intelligence/ servizio di sicurezza israeliano, n.d.t.), del National Security Council (Consiglio per la Sicurezza Nazionale) e di organizzazioni non governative, e uno dei temi in discussione era “l’autenticità della famiglia e se davvero è una vera famiglia”. “Il caso della famiglia Tamimi è semplice sfruttamento dei minori” aggiunge il comunicato. I Tamimi hanno partecipato a diversi scontri di alto livello con i soldati israeliani, tra cui quello del 2015 in cui hanno tentato di impedire a un soldato di arrestare un membro dodicenne della famiglia. “La valutazione conclusiva è stata che ‘apparentemente è una famiglia, ma un po’ alla volta sono stati ‘annessi’ altri bambini che corrispondono al profilo richiesto”, ha detto ad Haaretz una portavoce di Oren. Comunque, ha aggiunto, “non si è giunti a una conclusione certa sulla questione”. Oren ha dichiarato ad Haaretz di aver avviato l’inchiesta sui Tamimi, aggiungendo che la sottocommissione ha fatto ricerche anche su molti altri aspetti del “fenomeno Tamimi. Per esempio, c’era un ragazzo che apparentemente faceva parte della famiglia, ma è praticamente sparito. Un giorno veniva alle manifestazioni con un gesso alla mano destra e il giorno dopo alla mano sinistra, o senza gesso alcuno.” Ha detto che la commissione ha anche approfondito se “i membri della famiglia venissero scelti per il loro aspetto”: biondi, occhi azzurri e pelle chiara. “Anche il modo di vestire. Un vero e proprio travestimento. Un abbigliamento in tutto e per tutto americano, non palestinese, con cappellini da baseball al contrario. Nemmeno gli europei indossano cappellini da baseball al contrario. Era tutto pronto; dopo una provocazione o una rissa uscivano le immagini” ha detto, “Era tutto preparato. È quel che si chiama Pallywood”. Insieme ai funzionari della difesa, la commissione “ha considerato la possibilità che fosse una famiglia estesa, ingrandita, con membri ‘annessi’. Non siamo giunti a una conclusione definitiva sul fatto che appartengano - o non appartengano - tutti alla famiglia Tamimi” ha dichiarato Oren. Si rende conto che sembra una teoria cospirazionista, ma ha ribadito che “ovviamente abbiamo il dovere di investigare sulla questione, su quanti di loro appartengano veramente alla famiglia Tamimi”. Ha aggiunto che lui e il suo staff hanno soprannominato la famiglia “La Famiglia Brady, come il programma televisivo degli anni ‘70, perché “quella non era una vera famiglia, erano attori”. Prima di diventare viceministro, Oren presiedeva la sottocommissione per gli Affari Esteri della Commissione per gli Affari Esteri e la Difesa, quindi poteva decidere quali argomenti dovessero essere trattati. Siccome i lavori della commissione sono riservati, Haaretz non ha potuto esaminare i verbali di alcuna sessione che coinvolgesse i Tamimi. Ma altri membri della sottocommissione hanno detto di non ricordare alcun dibattimento sulla famiglia Tamimi, e sicuramente nessuno sulla questione se fossero una “vera” famiglia. Tuttavia, diversi parlamentari hanno anche ammesso di aver spesso saltato gli incontri, quindi Oren potrebbe aver tenuto la discussione durante una sessione in cui la maggior parte di loro era assente. La Commissione per gli Affari Esteri e la Difesa ha dichiarato di non intervenire sulle discussioni delle sottocommissioni segrete. Haaretz non è riuscito a trovare alcun funzionario della difesa che confermasse che in sottocommissione si sia discusso della famiglia Tamimi. Yotam Berger - Corrispondente per Haaretz Fonte: http://www.haaretz.com/israel-news/... Foto: La famiglia Tamimi - Credit: Alex Levac Traduzione: Elena Bellini


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