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La Svizzera, gli ebrei, le docce e il freezer - BUTAC - Bufale un tanto al chilo

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        La Svizzera, gli ebrei, le docce e il freezer - BUTAC - Bufale un tanto al chilo La notizia di cui sto per parlarvi è vera, ma quella che ho visto circolare sui social e su molti giornali italiani è solo parte della storia, pertanto ritengo sia il caso… butac.it | Di Maicolengel Butac     La notizia di cui sto per parlarvi è vera , ma quella che ho visto circolare sui social e su molti giornali italiani è solo parte della storia, pertanto ritengo sia il caso raccontare tutti i fatti, quelli che sarebbe stato facile verificare con poche telefonate o anche soltanto leggendo testate un po’ più serie. Innanzitutto vorrei chiarire fin da subito che i cartelli di cui stiamo per parlare sono molto equivoci e discutibili, ma le cose non sono andate esattamente come descritto da molti blog, testate e quant’altro. Prima di attaccare e accusare la direzione della struttura ho voluto capire di più: perché sì è vero che “To our Jewish Guests” p

Come compila Israele le sue liste nere del BDS?

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        Come compila Israele le sue liste nere del BDS? - Invictapalestina Attivisti per i diritti umani stanno sfidando le liste nere israeliane con i nomi dei sostenitori del movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni… invictapalestina.org     Pubblicato il 16/08/2017 di Invicta Palestina     Attivisti per i diritti umani stanno sfidando le liste nere israeliane con i nomi dei sostenitori del movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni per i diritti dei palestinesi, o BDS. di Asa Winstanley, 14 agosto 2017 FOTO Copertina – Gilad Erdan, alleato di Netanyahu, è il ministro israeliano che comanda quello che chiama il “fronte di battaglia” contro il BDS. Immagini di Mahfouz Abu Turk APA Attivisti per i diritti umani stanno sfidando le liste nere israeliane con i nomi dei sostenitori del movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni per i diritti dei palestinesi, o B

…Noi aggiustiamo, finanziamo, armiamo e incrementiamo le navi militari libiche, senza neanche sapere in mano a chi andranno a finire… – di Raniero la Valle

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14 ago 2017 La marina libica  si annette un pezzo di Mediterraneo e minaccia e spara, per allontanare le ONG e impedire i soccorsi. Noi aggiustiamo, finanziamo,  armiamo e incrementiamo le navi militari libiche, senza neanche sapere in mano a chi andranno a finire. Ciò ci rende responsabili del genocidio del popolo dei migranti.  Avevamo avuto cattivi governi, ma mai un partito di maggioranza e un governo complici di genocidio.  Bisogna invadere tutti i siti e le mailing list per chiedere che l’Italia ritiri immediatamente da Tripoli la nave officina che sta rimettendo in mare le motovedette libiche che ci minacciano, che cessi l’azione comune con i libici per la riconsegna dei migranti ai campi di detenzione e tortura in Libia, che Minniti sia destinato ad altro incarico finchè non sia chiaro che la sua dottrina non corrisponde alla coscienza della nazione, che si avvii una procedura d’infrazione nei confronti dell’Europa che tradisce il suo spirito prima ancora c

Area C:agricoltura, cisgiordania, colonie, Israele, Muro, Palestina

agricoltura, cisgiordania , colonie, Israele, Muro, Palestina Nell’ambito dell’intervento ecosostenibile dell’ong Cric a sud di Hebron, vi proponiamo l’intervista a Fadwa Abu Shrar, direttrice tecnica del Ministero dell’Agricoltura dell’Autorità Nazionale Palestinese: come combattere l’abbandono dell’Area C in Cisgiordania? Hebron, 3 agosto 2017, Nena News – A 50 anni dall’inizio dell’occupazione militare israeliana dei Territori Palestinesi, a 22 dagli Accordi di Oslo e la divisione amministrativa della Cisgiordania, la cosiddetta Area C si sta velocemente spopolando. Definita dal protocollo del 1994 come zona sotto il controllo militare e civile israeliano, l’ Area C  rappresenta oltre il 60% della Cisgiordania, negli anni soggetta a confische di terra, distruzione degli appezzamenti agricoli, costruzione e ampliamento delle colonie israeliane. Un processo che ha portato allo spopolamento di buona parte della Cisgiordania e all’ufficiosa annessione allo

Israele. Niente residenza per i palestinesi di Gerusalemme. Ne parliamo con Omar Shakir (Hrw)

1 5 agosto 2017 a cura di Vanessa Tomassini – Human Rights Watch ha denunciato le revocazioni dello stato di residenza da parte di Israele a migliaia di palestinesi che abitano a Gerusalemme Est. Per poter mantenere la residenza sono richiesti onerosi requisiti ai palestinesi, con conseguenze significative per chi non rispetta le indicazioni governative. Come ci dice Omar Shakir, direttore del programma Israele e Palestina di Human Rights Watch (Hrw), stando ai numeri del ministero dell’Interno “tra l’inizio dell’occupazione di Gerusalemme Est nel 1967 e la fine del 2016, Israele ha revocato lo status di circa 15mila palestinesi di Gerusalemme Est”. Le autorità israeliane hanno motivato la maggior parte delle revoche per la mancata o incompleta dimostrazione di un “centro di vit

Hamas è disponibile a sciogliere il comitato amministrativo se l’ANP interrompe ogni misura punitiva a Gaza.

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Articoli recenti Coloni israeliani incendiano auto e distruggono proprietà durante un’aggressione contro un villaggio nella zona di Ramallah Benny Morris e Daniel Blatman riprendono la discussione sulla scia dell’uscita del libro di Adel Manna “Nakba e sopravvivenza” Rapporto OCHA 18 – 31 luglio 2017 ( due settimane) Hamas è disponibile a sciogliere il comitato amministrativo se l’ANP interrompe ogni misura punitiva a Gaza. “Fanculo, spazzate via Gaza”, dice un portavoce della nuova campagna UE Ma’an News 3 agosto 2017 Gaza (Ma’an) – In un tentativo di raggiungere la riconciliazione nazionale tra le fazioni palestinesi di Hamas e Fatah in lotta tra loro e di ridurre una grave crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, il movimento Hamas ha annunciato giovedì [3 agosto]di essere pronto ad abolire il suo comitato amministrativo [il governo che di fatto gestisce il potere nella Striscia, ndt.] a Gaza, se l

Rapporto OCHA 18 – 31 luglio 2017 ( due settimane)

Rapporto OCHA 18 – 31 luglio 2017 ( due settimane) Tre israeliani e tre presunti aggressori palestinesi sono stati uccisi durante cinque attacchi e presunti attacchi palestinesi; nel corso di tali episodi sono stati feriti altri quattro israeliani e un palestinese. Il 21 luglio, nell’insediamento colonico israeliano di Halamish (Ramallah), un palestinese 19enne ha fatto irruzione in una casa e ha pugnalato e ucciso tre israeliani, (due uomini e una donna) ed ha ferito un’altra donna; le vittime erano tutti membri della stessa famiglia. L’autore è stato colpito e ferito da un soldato israeliano, quindi arrestato. Il 18 luglio, presso il raccordo stradale Beit ‘Einoun (Hebron), un palestinese ha guidato il suo veicolo contro un gruppo di soldati israeliani ferendone due; subito dopo è stato colpito e ucciso. Due palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane all’ingresso del villaggio di Tuqu (20 luglio) e vicino all’incrocio di

Benny Morris e Daniel Blatman riprendono la discussione sulla scia dell’uscita del libro di Adel Manna “Nakba e sopravvivenza”

NOTA REDAZIONALE: riteniamo interessante per il lettore seguire il dibattito storiografico sulla guerra del ’47-’48 da cui è nato lo Stato di Israele che viene proposto ai lettori israeliani dal quotidiano “Haaretz”. Come in altri articoli[vedi  http://zeitun.info/?s=pulizia+etnica ]che abbiamo già tradotto, il principale protagonista è lo storico ebreo- israeliano Benny Morris, autore negli anni ’90 di importanti studi che hanno messo in serio dubbio la narrazione israeliana sugli avvenimenti che portarono all’espulsione di centinaia di migliaia di palestinesi, e che in seguito è passato ad un attivo sostegno delle politiche dei governi israeliani, ed in particolare del Likud. In questo caso se la prende con un suo collega israeliano-palestinese che ha scritto un libro su quelle tragiche vicende. Come in precedenti circostanze, sullo stesso giornale gli risponde un altro storico ebreo- israeliano Daniel Blatman, che si è occupato di studiare l’Olocausto e i movim