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Alberto Stabile Trasfigurazione e fine della questione palestinese

QUELLI di noi che hanno avuto la possibilità di seguire abbastanza da vicino il conflitto mediorientale per antonomasia, valer a dire lo scontro che vede contrapporsi da oltre 70 anni israeliani e palestinesi, devono prepararsi ad assistere a cambiamenti epocali. La pace, forse? No, quella è destinata a rimanere una chimera. Piuttosto, quello che si intravede è alla trasfigurazione, o, per dirla in parole povere, il mascheramento del conflitto in qualcosa di diverso, mediante lo svuotamento prima filologico, poi politico e infine, come avrebbe detto Sciascia, fattuale dei suoi termini essenziali. Di questa operazione di mistificazione l'Amministrazione Trump è protagonista e il governo israeliano di destra il maggior fruitore. Non a caso, l'ambasciatore americano a Tel Aviv, David M. Friedman che è anche l'avvocato di Trump oltre ad essere un esponente di spicco della lobby americana dei coloni, ha preteso di proibire l'us

"Fermate l'espulsione dei profughi da Israele"

"Fermate l'espulsione dei profughi da Israele " La legge israeliana li chiama “infiltrati”: si tratta dei profughi eritrei e sudanesi presenti nel Paese. I rifugiati hanno smesso di entrare in Israele nel 2012, quando il premier Benjamin Netanyahu ha ordinato di costruire la barriera al confine con l’Egitto, chiudendo di fatto le porte ai migranti. In Israele sono rimasti bloccati circa 33mila irregolari - lo 0,5% della popolazione - in fuga prevalentemente dalla dittatura e dalla leva forzata del presidente Isaias Afwerki. Gerusalemme, però, ha concesso lo status di rifugiati solo a dieci, complice un lunghissimi limbo legale. Il governo israeliano ha deciso di dare il via alla loro espulsione, offrendo ai migranti una somma di denaro - quasi 3mila euro - e il biglietto aereo verso una nazione africana, un “Paese terzo” che non sia quello da dove provengono (e dove rischierebbero torture e condanne a morte). In risposta a questa decisione, 35 scri

Gideon Levy: Abbas ha ragione. Perché Israele continua a dire che sbaglia?

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*** Sintesi personale Gideon Levy : Opinion Abbas Is Right. Why Does Israel Keep Saying He's Wrong? Il coro allegro grida di nuovo:  Mahmoud Abbas  .   Devi vedere le risposte al suo discorso per comprendere fino a che punto Israele sta parlando con una voce orrendamente uniforme , evidenziando che non c'è più sinistra e destra, nessun argomento reale e nessun pluralismo ideologico, solo un nazionalismo cieco e un  assordante ringhio. Da Nadav Eyal ("un discorso bizzarro e spregevole") a Ben Dror Yemini ("ideologia delirante"), tutti hanno gareggiato per chi attaccasse  di più  Abbas.   Nessuno ha affrontato quello che ha detto.   Dopotutto  ha imprecato contro Donald Trump, il paladino della raffinata retorica,    ha parlato di colonialismo e gli israeliani  auto-vittimizzanti hanno urlato: " antisemitismo".   Nessuno  ha spiegato cosa non fosse corretto nel suo discorso e cosa fosse antisemita .   Tr

Gideon Levy : Opinion Abbas Is Right. Why Does Israel Keep Saying He's Wrong?

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Opinion: Abbas is right. Why does Israel keep saying he's wrong? *** haaretz.com The jolly choir is shrieking again: Mahmoud Abbas . You have to see the responses to his speech to understand the extent to which Israel is speaking with one horrifically uniform voice, the extent to which there is no more left and right, no real argument and no ideological pluralism – only a blind, deafening nationalistic snarl. From Nadav Eyal ("a wacky, despicable speech") to Ben Dror Yemini ("delusional ideology"), they all competed for who will attack Abbas more. Nobody faced up to what he said. After all, he swore at Donald Trump, the champion of refined rhetoric, "may your house be demolished," and the Israelis with their sensitive ears were oh so appalled. And he said colonialism, and the self-victimizing Israelis yelled: "anti-Semitism." Nobody said what wa

Akiva Eldar :la miopia pericolosa di Netanyahu e la fine degli accordi di Oslo

Sintesi personale Per 50 anni, con brevi interruzioni, i governi israeliani hanno gestito il conflitto con i palestinesi secondo una formula familiare e semplicistica: se l'uso della forza non funziona, prova a usare la forza bruta.  Tu ttavia l'uso della forza spesso si traduce in danni collaterali .  A volte, come nel micidiale  attacco terroristico del  9 gennaio  vicino all'avamposto di   Havat Gilad  , quelli colpiti  sono israeliani.  Di solito, come negli  scontri del mese scorso  tra truppe israeliane e manifestanti palestinesi in diverse città della West Bank, i palestinesi sono le vittime. Ciò accade mentre Israele è presumibilmente ancora parte dell'immaginario processo di pace di Oslo  che ha visto la   crescita    dei coloni israeliani sulle terre palestinesi in Cisgiordania.  A parte un  eventuale drammatico cambiamento nella trama nei prossimi giorni,   Israele sarà il più grande perdente se cala il sipario. Se gli accordi di Oslo (firmati dal p

Gideon Levy : E se Ahed Tamimi fosse vostra figlia?

Il coraggio di una ragazza e il cinismo di Israele   Internazionale 1238, 12.01.2018 Nelle ultime due settimane Ahed Tamimi è entrata tutti i giorni nei salotti degli israeliani, grazie a superficiali servizi televisivi che parlavano del suo arresto. Abbiamo visto di nuovo i suoi riccioli d’oro. Abbiamo rivisto una figura botticelliana con l’uniforme della sicurezza dello Shin bet, servizi segreti israeliani, e le manette. Sembra più una ragazza della cittadina di Ramat Hasharon, nel distretto di Tel Aviv, che di Nabi Saleh, in Cisgiordania. Eppure neanche l’aspetto “non arabo” di Ahed Tamimi, 16 anni, arrestata a dicembre per aver schiafeggiato e preso a calci due soldati israeliani che cercavano di entrare nel cortile di casa sua, è riuscito a scaldare i cuori degli israeliani. Il muro di disumanizzazione e demonizzazione dei palestinesi, costruito attraverso campagne d’odio, propaganda e lavaggio del cervello ha sconfitto perfino la ragazza bionda di

Gideon Levy : Dissidenti in Iran e in Palestina: trova le differenze

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Tradotto da  Alba Canelli Dissidenti in Iran e in Palestina: trova le differenze - Gideon Levy جدعون ليفي גדעון לוי Perché i palestinesi che partecipano a proteste settimanali lungo la barriera di confine sono ... Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome. I palestinesi e la manciata di israeliani che combattono l'occupazione sono dissidenti. Così dovrebbero essere chiamati. Sono dissidenti che si oppongono al regime. Sono dissidenti come chiunque si oppone a qualsiasi regime tirannico e meritano tanto rispetto e apprezzamento quanto ne abbiamo dato ai dissenzienti nel corso della storia, da Nelson Mandela ad Andrei Sakharov, da Lech Walesa a Natan Sharansky. Il regime che stanno combattendo e di cui sperano nella rovina, non è meno crudele dei tiranni contro i quali i più famosi dissidenti nella storia hanno combattuto. Questo regime non ha alcun collegamento con la democrazia di cui Israele è così orgoglioso e che il mondo applaude.

Richard Silverstein :Martin Luther King e l'inganno di Israele

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 sintesi personale Nel  giorno di Martin Luther King e anchein  molti altri giorni, la Lobby israeliana riporta le poche citazioni lusinghiere di MLK  su  Israele. L'effetto è un tentativo disperato di far sembrare che egli fosse un ardente ammiratore dello Stato di Israele   così come lo sarebbe oggi . Niente potrebbe essere più lontano dalla verità. Analizziamo il contesto storico :  King era una figura di rilievo nella chiesa protestante americana, naturalmente attirava un gruppo di sostenitori del clero multi-confessionale affascinati  sia dalla sua missione spirituale che politica. T ra loro vi erano  rabbini ebrei come Abraham Joshua Heschel, lui stesso sopravvissuto all'Olocausto e altri rabbini del  movimento conservatore. Tra i primi a rispondere alla richiesta di unirsi alle proteste per i diritti civili  c'era il rabbino Everett Gendler  , che in seguito divenne il padre intellettuale del movimento Havurah ispirando  anche il movi