Yitzhak Shamir : l'eredità della disperazione



1 Sintesi personale 


Yitzhak Shamir ha lasciato un'eredità diplomatica pericolosa e pervasa di disperazione.I suoi ammiratori della destra revisionista ricordano positivamente il suo impegno per la creazione di una "Grande Terra d'Israele" . Vedono in lui il modello di un leader che non abbandona i suoi principi.Ma la verità è che Shamir ha trasformato la mancanza di attività diplomatica in una politica di conservazione e il congelamento in un obiettivo. Ciò ha determinato, tra l'altro , la prima intifada. La sua interferenza fece naufragare l'accordo che Shimon Peres aveva raggiunto con il re di Giordania Hussein nel 1987, conosciuto come l'accordo di Londra. Anche la moderazione da lui dimostrata durante la prima Guerra del Golfo è stata esagerata,  Even the praise that was heaped on him because of his restraint during the first Gulf War was exaggerated, given that the United States didn't leave Israel much maneuvering room, having ordered Jerusalem not to get involved.
Dopo la guerra  Shamir accettò l'invito del presidente George Bush a partecipare alla conferenza di pace regionale a Madrid. In seguito ammise   di aver  aderito all'  iniziativa americana contro la sua volontà  per preservare lo speciale rapporto tra Israele e  gli Stati Uniti. La sua  intenzione  era di trascinare all'infinito il processo diplomatico.



Nel frattempo  il rifiuto del governo Shamir di congelare la costruzione negli insediamenti  causò  una delle crisi più gravi mai verificarsi tra Washington e Gerusalemme: Bush congelò  il  prestito di  10 miliardi di dollari  richiesto da  Israele  per assorbire l'onda crescente di immigrati dall' 'ex Unione Sovietica.


 Benjamin Netanyahu, purtroppo, è erede Shamir come primo ministro e leader del Likud. Netanyahu aderirà alle iniziative americane purché non minaccino l'integrità del territorio e danneggino gli insediamenti.  
 E' riuscito a  reclutare la  comunità ebraica americana e il Congresso al fine di  bloccare gli sforzi del presidente degli Stati Uniti per far avanzare i negoziati con i palestinesi.  Così le  politiche  di Shamir per evitare un accordo con i palestinesi e bloccare la  possibilità di pace con gli stati arabi  sono anche le politiche del nostro attuale primo ministro, suo allievo fedele.              


The legacy of despair                                               
2  Paolo Motoli :Israele. L'incubo della scissione per i mastini della terra di Paolo Motoli


3   Henry Siegman :Il sionismo non è razzismo, ma i sionisti possono essere razzisti . La soluzione della destra israeliana per la Palestina

4  Addio Shamir, persino più a destra di Sharon
Profilo dell'ex premier israeliano scomparso nei giorni scorsi. Un uomo che aveva fatto della violenza, armata e politica, contro i "nemici" arabi e occidentali il suo unico credo.   di Paolo Di Motoli *

Roma, 03 luglio 2012, Nena News - Se esisteva in Israele un uomo più a destra di Ariel Sharon questo era Yitzak Yzernitzky, detto Shamir, oltre che intransigente primo ministro del Likud fu un militante del gruppo paramilitare Lehi (Loamei Herut Israel in ebraico combattenti per la libertà di Israele) negli ultimi anni del Mandato britannico. Nel 1940 il gruppo si stacco dall'Irgun movimento paramilitare famoso per i suoi attacchi ai danni di inglesi e civili arabi. La fazione prese inizialmente il nome di Gruppo Stern ed era ancora più estremista innervata di idee mutuate dal nichilismo russo.
                      banda stern
                                              I ricercati della Stern Gang, responsabili di diversi omicidi politici

Il Lehi era un piccolo movimento militare intriso di idee rivoluzionarie antiborghesi e di simpatie fasciste. Il capo del movimento Avraham Stern in nome della guerra contro gli inglesi volta a liberare la Palestina dal dominio coloniale il piccolo movimento tentò addirittura una improbabile alleanza con i fascisti e nazisti. Le simpatie iniziali tra Mussolini e alcune cerchie revisioniste consentì al gruppo di stabilire dei contatti con il consolato italiano a Gerusalemme sul finire degli anni Trenta nonostante la nuova legislazione antiebraica. Stern sperava di ottenere un appoggio dagli italiani per espellere i britannici dalla Palestina.

Il nuovo stato ebraico, che sarebbe sorto dopo la cacciata degli imperialisti anglosassoni, avrebbe avuto una struttura corporativa e sarebbe stato un satellite delle potenze dell'Asse. Gerusalemme stessa sarebbe passata sotto il controllo del Vaticano con l'eccezione dei luoghi santi ebraici. Quando l'Italia apparve sulla via della sconfitta non si esitò a tentare di ottenere l'assistenza dei nazisti sempre per liberarsi degli inglesi come fecero molti altri paesi del Terzo Mondo e del Medioriente. La «Soluzione finale» negli anni in cui si presero contatti con emissari del Terzo Reich non era però ancora immaginabile a degli osservatori lontani dalla Germania.

Nel dicembre del 1940 il gruppo Stern mandò un emissario, Naftali Lubentchik, a incontrarsi, nel Libano controllato dalla Francia di Vichy, con due uomini del Terzo Reich, Rudolf Rozer e Otto von Hentig, responsabile del dipartimento per l'oriente del ministero per gli affari esteri tedesco (si veda il bel testo di J. Heller, The Stern Gang. Ideology, politics and terror, 1940-1949). Venne stilato un documento che vagheggiava una «comunità di interessi» ma i tedeschi non presero la proposta seriamente.

La morte di Stern, ucciso dalla polizia britannica nel febbraio del 1942, segnò il tramonto della fase «messianica» del gruppo che avrebbe elaborato in seguito una linea politica influenzata dal mito dell'Unione Sovietica, vincitrice della guerra e potenza anticoloniale. Il Lehi viene ricordato anche per l'omicidio del Ministro britannico per il Medio Oriente Lord Moyne il 6 novembre del 1944 e per quello del conte Folke Bernadotte mediatore dell'Onu in Palestina «colpevole» di aver proposto una spartizione sfavorevole ai sionisti. Il gruppo di comando era in questi anni nelle mani di una specie di triumvirato composto da Shamir, Israel Sheib e Yellin Mor.
                               
Dopo la guerra mondiale, il Lehi, in omaggio al nuovo orientamento filosovietico, tentò accordi per l'addestramento di giovani militanti nei paesi del blocco comunista. Ci furono contatti con esponenti del Cominform e del partito comunista palestinese per ottenere appoggio e partecipare alla lotta contro l'imperialismo francese e britannico. Come ricordano Joseph Heller e Avishai Margalit gli uomini del Lehi erano dei volontaristi con il mito della rivoluzione e Shamir, pur non essendo un comunista, era psicologicamente un bolscevico. Colin Shindler ha compiuto una analisi dei canti e della retorica dello Sinn Fein comparando il movimento all'Irgun. Molti uomini dell'Irgun dichiaravano di ispirarsi agli insorti irlandesi e Yitzhak Shamir prese il nome di battaglia di Michael in onore di Michael Collins. Le sue posizioni ostili a ogni concessione territoriale lo resero però molto più simile a De Valera e «ai rivoluzionari che tesero un'imboscata a Collins a Beal na Blath uccidendolo come un traditore» perché pragmaticamente accettò di lasciare delle parti di Irlanda alla corona britannica.

*autore de «I mastini della terra. La destra israeliana dalle origini all'egemonia», ornitorinco edizioni

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